03 Dec
03Dec
Di Stefania Russo, Presidente Comitato Scientifico di Anter.

L’Associazione ANTER promuove l’attuazione di un metodo scientifico o meglio “ingegneristico” di valutazione dei tempi di #areazione degli ambienti scolastici. 

L’esempio in un’aula scolastica:
Consideriamo un’aula scolastica di 6x7x3,5 m3, con 20 studenti e tempo di esposizione di 2 ore. Se è presente una ventilazione naturale, come normalmente nelle scuole italiane, sono necessarie 5 ore per ricambiare completamente l’aria.

Il prof. Giorgio Buonanno di Fisica Tecnica Ambientale dell’Università di Cassino, tra l’altro componente del Comitato Scientifico di ANTER, in collaborazione con la Queensland University of Tecnology di Brisbane e la New York City ha messo a punto un tool che stima il rischio di contagio in ambienti chiusi. 

Cosa possiamo fare per difenderci e rendere più sicuri gli ambienti chiusi ad alto rischio ?

La ventilazione gioca un ruolo fondamentale nella gestione del rischio. Purtroppo in Italia la cura della qualità dell’aria degli ambienti indoor non è mai stata affrontata seriamente, delegando alla semplice ventilazione naturale ( aria che passa attraverso porte e finestre ) il compito di “ripulire” l’aria negli ambienti. Questo rientra in un problema più generale, che riguarda la qualità dell’aria in presenza di qualsiasi sorgente indoor inquinante .

Quanto conta la ventilazione?

Del resto in pieno inverno, soprattutto nelle regioni del Nord non è praticabile fare lezione con le finestre spalancate per tempi così prolungati. Le mascherine chirurgiche sia per l’utilizzo non perfetto della popolazione che per il range dell’areosol, possono concorrere a ridurre ma hanno un ruolo di protezione inferiore rispetto a ventilazione e purificatore. L’ideale sarebbe agire con  impianti di ventilazione meccanica controllata, nel caso di riciclo è consigliato l’utilizzo di filtri HEPA.



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