29 Nov
29Nov

Quadro conoscitivo sulla situazione italiana e strategie di prevenzione Gruppo Lavoro GARD-I progetto n.1 November 2010

Una serie di estratti, dallo studio pubblicato già nel 2010, in merito all'importanza della scuola nell'ambito della sanità pubblica.

"La situazione in Italia In Italia i ragazzi trascorrono negli edifici scolastici da 4 a 8 ore al giorno, per almeno 10 anni. Si stima che il 15% della popolazione, pari a circa 10.000.000 persone, fra alunni e docenti, studi o lavori ogni giorno in circa 45.000 edifici pubblici su tutto il territorio nazionale."

"Nelle strutture scolastiche italiane si rilevano numerose criticità igienico sanitarie e di qualità dell’aria indoor, attribuibili a problematiche di tipo ambientale (legate all’aria di insediamento dell’edificio), a carenze progettuali, architettoniche, edilizie o a carenze gestionali (es. operazioni di pulizia e manutenzione); manca, una normativa organica e aggiornata volta a disciplinare i requisiti igienici e funzionali degli ambienti scolastici, come ad esempio: standard di ventilazione/valori guida e valori soglia di qualità dell’aria,  ..."

"Sulla base delle evidenze riportate dall’EFA negli anni 2004-2005, è stato effettuato lo Studio HESE [14, 31], che, per la prima volta, ha raccolto informazioni su un campione di scuole in Francia (Reims), Svezia (Uppsala), Norvegia (Oslo), Danimarca (Arhus) e Italia (Siena e Udine)."

"Per quanto riguarda la CO2, i risultati dello studio HESE non erano meno allarmanti. Il valore standard suggerito dall’ASHRAE per esposizione a lungo termine (1000 parti per milione, ppm) veniva superato globalmente nel 66% delle aule e, precisamente, in tutte le aule francesi, nell’86% delle aule danesi, nel 33% di quelle norvegesi e in nessuna delle aule svedesi. Per l’Italia, a Siena il valore limite di CO2 era superato in tutte le aule, mentre ad Udine si superava il limite nell’80% dei casi, facendo sì che in Italia sia stata misurata la concentrazione media più elevata di CO2 (quasi 1900 ppm)."

"Secondo l’ASHRAE, la portata minima di ventilazione nelle scuole (ricambio d’aria) dovrebbe essere di 8 litri al secondo per persona. Questo valore non era raggiunto nel 100% delle aule francesi, nel 94% delle italiane, entrambe con una media di 3.2 l/s/p, e nell’86% di quelle danesi (6.1 l/s/p). Un maggior tasso di ventilazione si poteva osservare in Norvegia (il 33% delle aule mostrava un superamento del limite della CO2, media 12.1 l/s/p) ed in Svezia (solo l’11% oltre il limite di CO2, media 16.9 l/s/p) [14]. "

Conclusioni finali del Gruppo GARD Italia

L’OMS sostiene che malgrado le attuali difficoltà esistenti in termini di risorse economiche, conferire priorità agli investimenti volti a rafforzare le iniziative di tutela e promozione della salute e di prevenzione delle malattie croniche può avere importanti risultati in termini di salute con un buon rapporto costo-benefici.

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AUSPICA che le istituzioni coinvolte ed in particolare: Salute, Istruzione e Ambiente, rafforzino l’impegno congiunto per garantire: • l’applicazione del Regional Priority Goal3 – RPG-3 del Piano di Azione Europeo Ambiente e Salute dei bambini CEHAPE19 (2004), riproposto nella Dichiarazione di Parma per l’Ambiente e la Salute20(2010), in base al quale l’Italia, in qualità di Stato membro della Regione Europea dell’OMS, si è impegnata a garantire ad ogni bambino entro il 2020 un ambiente indoor sano nei nidi, negli asili, nelle scuole e nelle strutture ricreative pubbliche, attuando le linee-guida dell’OMS sulla qualità dell’aria indoor e assicurando, conformemente alla Convenzione Quadro dell’OMS sul controllo del tabagismo, che tali ambienti siano liberi dal fumo entro il 2015;  la creazione di nuove partnership per la prevenzione ed il controllo delle malattie respiratorie nell’infanzia includendo il raccordo tra strumenti sanitari, sociali, ambientali, ricerca, educazione, istruzione e lavoro, progettazione edilizia (urbana e scolastica)

Destinatari del documento

Questo documento si rivolge a tutti i professionisti che si occupano della salute degli studenti, ossia ai decisori politici, alle Amministrazioni centrali e locali dell’Istruzione e della Salute, all’insieme della comunità educativa, compresi insegnanti, genitori e studenti e, più in generale, a tutti coloro che a titolo istituzionale o associativo, possono concorrere a garantire ambienti scolastici sani e sicuri e a tutelare il diritto alla studio e alla salute di ogni bambino, con particolare riferimento ai portatori di malattie respiratorie, asma e allergie.


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